Fuori ruolo

Da ragazzo, volevo solo giocare a pallone. Tutti i giorni, anche tutto il giorno quando si poteva. Ma non ero bravo, non ero forte. Ero abbastanza scarso. Ma non mi importava. Giocavo non per vincere. Giocavo per divertirmi, giocavo per svago, per stare insieme ai miei amici. Giocavo sempre fuori ruolo. Io volevo stare in fascia. Ma spesso finivo in porta, oppure in difesa. Ma a me, piaceva stare sulla destra. Perché essendo mancino, stando a destra, avevo il piede buono per tirare. Ed avevo anche una bella mina. Ma non avevo tanta voglia di correre, e di tornare indietro a difendere. Allora gli altri, mi lasciavano dietro a difendere. Ma ripeto, io giocavo solo per puro divertimento. Non mi importava il pensiero del bisognava per forza vincere. Probabilmente per questo motivo, mi ritrovavo sempre fuori ruolo. E magari lo sono ancora. Anzi, mi sa che lo sono sempre stato. Anche crescendo poi, andando avanti col tempo, questo ruolo me lo sono sentito sempre più addosso. Volevo fare un lavoro dove mi sentissi libero, ed invece ho sempre lavorato in luoghi chiusi. Officine, fabbriche, capannoni. Fuori ruolo.

Con le donne poi, questo mio essere fuori ruolo, ha lasciato l'impronta. Soprattutto il giorno del mio matrimonio. Mai stato, nel posto sbagliato come quel giorno. Così come il giorno della separazione. Ero in un tribunale davanti a giudici ed avvocati, e volevo essere tutta da un altra parte. Mi sono sempre dovuto adeguare a questo mio stare fuori ruolo. Ma non importa. Adeguarsi è la cosa più semplice che bisogna fare per poter vivere sempre con questi continui cambiamenti che la vita ci offre. È vero, sono sempre stato fuori ruolo. Come quando andavo a scuola da ragazzo, così a casa, così nel mondo del lavoro, così nella vita. Ma non mi sento uno sfigato come qualcuno mi disse. Forse non sarò stato la persona più fortunata del mondo. Ma anche questo, fa parte del mio vivere.... Un po' fuori ruolo.