Io, te e la luna.



La valle del lupo 

7) capitolo

Il lupo e la sua strega, iniziarono così un percorso insieme. In un labirinto di speranze che accompagnavano fuori le loro paure. Quelle di perdere ciò che volevano, ciò che amavano. Bastava un solo bacio per far tornare il coraggio di lottare contro di esse. Le volevano combattere insieme. Le volevano sconfiggere insieme. Le loro parole adesso, erano sempre più importanti da quando loro due, esistevano reciprocamente dentro di loro. Dentro i loro cuori. Nudi e sdraiati per terra si invitavano a continuare a stare insieme. A restare dentro di loro. C'era la luna, e c'erano loro.



Quando vuoi amore, non serve altro. Nient'altro. La luna, quella grande sfera, la vedevano riflessa nei loro occhi. La vita prendeva forma. I loro occhi adesso erano aperti. I loro polmoni respiravano. Adesso, tutto il resto era superfluo. Contare i battiti dei loro cuori, ora lo si poteva fare. Erano loro i colpevoli di aver fatto nuovamente, tornare a battere ed ad amare i loro cuori. Era la sera del 20 aprile. Tra un po' più di 24 ore, il lupo doveva trovare la vittima da sacrificare a Labrida, tra i detenuti delle sue celle. Il 22 aprile, allo scoccare della mezzanotte, è quello il giorno, dove Labrida deve saziare il suo stomaco. E servirà un sacrificio umano. Lui il lupo, aveva le idee chiare su chi fosse la vittima disignata. Un assassino, che oltre ad uccidere animali solo per il gusto di farlo, era finito nelle celle del lupo, perché aveva ucciso e stuprato dei bambini. Lo chiamavano il Boja. Nessuno conosceva molto di lui e del suo passato. Ma era stato riconosciuto e processato, e giudicato colpevole dopo aver trovato dei corpi di piccoli fanciulli strozzati ed uccisi, nei pressi della grotta dove viveva. Non mancherà a nessuno. Ed una volta che Labrida, avrà saziato la sua fame, il lupo avrebbe portato i resti a Roxy. All' interno del portale del diavolo, questi resti, verranno smaltiti.

Ore 23 : 49

Undici minuti a mezzanotte. Il lupo entrò nella cella del Boja. Lo fece sdraiare nel letto e lo ammanettó alle inferriate del letto e della cella. Gli fece una puntura di anestetico per non farlo soffrire troppo. Il Boja sapeva cosa lo stava aspettando. Tutti sapevano, cosa succedeva il 22 aprile allo scoccare della mezzanotte, nella valle del lupo.

Ore 23 : 59

Il lupo uscì dalla cella, senza nessun senso di colpa. Non guardando nemmeno quella vittima. Per lui, era solo carne da macello. Non era nient'altro. La porta era stata lasciata aperta. Labrida, era pronta.

L'orologio faceva le 00 : 00. 

Il calendario diceva 22/04.

La terra doveva essere ripulita. Mezz'ora dopo, tutto ebbe fine. Il lupo prese un sacco di juta e dentro mise i resti della cena di Labrida. Dirigendosi verso il portale del diavolo, ed incrociando gli occhi della sua aiutante, capiva e vedeva che la povera donna, non era contenta di cosa era successo poco tempo prima. 
Sulla soglia del portale del diavolo
Il lupo con il sacco in spalla si accingeva ad entrare all' interno del portale. Davanti a lui, c'era l' Adescatrice. La provocante e seducente Roxanne : 
" Sei qui per me vero lupo?" 
Palpeggiandosi e massaggiandosi le proprie enormi tette.
 
" Quanto le desideri le mie curve? Le vuoi toccare brutto Bastardo? Vienile a toccare dai. Aspettano solo te. Che tu le tocchi. Così poi ti tornerà su'. Dai lupo...... Toccale. Baciale, leccale! ".

Il lupo non disse nulla. Guardò solo l' Adescatrice, e allungando il braccio destro, la invitò a spostarsi. Lasciò il sacco ai piedi di Roxy. E andandosene disse solo :

" Sai cosa devi fare ".

E una delusa Roxy rispose solo :

" Vattene bastardo. Mi fai schifo. Torna dalle tue puttanelle. Scopatele pure. Ma solo io sono in grado di fartelo alzare ".

Il lupo, uscì dal portale di spalle. Salutando la provocante donna, alzando solo il dito medio incamminandosi verso la strada del ritorno, allontanandosi da quelle forti provocazioni. Era a casa adesso. Voleva solo dormire. Riposare. 

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