Nei pressi del mio neurone. Entitá in transito nella mia mente.


C'era un bambino.
Tempo fa, c'era un bambino che prendeva la rincorsa, e andava a sbattere violentemente, con la testa contro i muri di casa. La cosa si ripeteva due o tre volte di seguito, prima di inserire in questo riquadro, una scarica di testate ravvicinate a raffica, violentemente contro il muro.
C'era sempre questo bambino, che aveva dei divertimenti inusuali. A lui, piaceva accendere fuochi. A questo bambino, la visione del fuoco, creava e portava felicità.
A volte si infilava sotto il letto, con una scatola di fiammiferi o con un accendino in mano. Ma fortunatamente, non è mai successo nulla di grave.
Altre volte invece...
Prendeva l' alcool, quello che si usa in casa per pulire. Lo spruzzava sopra a delle macchinine messe una vicina all' altra di proposito e le sommergeva di alcool.
Poi prendeva una di queste macchinine, la indietreggiava di un metro circa, rispetto alle altre, accendeva un fiammifero, lo avvicinava alla macchinina. Pian piano l'alcool sopra la macchinina, diventava fuoco e poi quel bambino, spingeva la macchinina infuocata contro le altre macchinine ferme, impregnate di alcool.
La macchinina infuocata, al contatto con le macchinine ferme, faceva si che l' alcool si incendiava e così, dava vita ad un fuoco vivo, acceso, pericoloso. Il tutto, accadeva in una casa, a volte nella propria cameretta, a volte in soggiorno. Lui, ammirava..... e si godeva il falò fin che durava...
Molto probabilmente, molti genitori notando le strane abitudini del  figlio, secondo me si preoccuperebbe, e magari cercherebbe aiuto per risolvere una situazione, non del tutto normale.
Ma non per tutti!!! Infatti la madre di questo bimbo, giustificava sempre le azioni del figlio, con una frase, sempre la stessa: "chissà cosa fanno gli altri bambini, il mio è così bravo". (ad accender fuochi sicuramente).
C'era sempre quel bambino, che a scuola, andava male.... davvero molto male.
E quando la maestra chiamava la madre a casa, o la faceva venire a scuola per parlare della situazione del suo bambino, lei si giustificava così: " Ma non ne vale la pena spendere in quaderni e libri, tanto lui poi li brucia, perchè a lui, non gli piace la scuola ".
La maestra, abbastanza preoccupata, una volta domandò alla madre di quel bambino: "ma suo figlio, brucia i libri e i quaderni  della scuola? "... e la madre rispose: " Non li ha mai bruciati, perchè non glieli compro, altrimenti lui li brucia".
La maestra, non sapendo cosa fare, prese una decisione.
Quel bambino, a fine anno venne bocciato. Doveva ripetere, la seconda elementare.
Quel bambino, iniziava a crescere, a diventar grande. Era sempre meno a casa, e più per strada con qualche amico, a fare chissà cosa.
A volte quel bambino, (che oramai, è arrivato alle medie)... tornava a casa, con cose non nostre, non sue....
A volte era una calcolatrice, a volte una radiolina, altre volte un orologio. Delle volte quel bambino, tornava a casa con degli oggetti, che prima avevamo visto in un negozio. Ma lui diceva sempre... così: "Io sono fortunato, io le cose le trovo".
La cosa buffa, era che il padre di questo bambino, era contento che suo figlio "trovava" delle cose, così lui poi... se le rivendeva.
C'erano giorni, che questo bambino non portava nulla a casa, e il padre.... lo invitava a continuare a cercare con toni molto sarcastici. ....di impegnarsi, di guardare meglio. Se poi trovava dei soldi o dei portafogli, era ancora meglio....... di portarglielo subito appena ne avesse trovato uno..
Allora quel bambino, mentre un pomeriggio, il padre riposava, prese il portafoglio del padre da sopra il comodino. Lo aprì e  prese dei soldi, da dentro il portafoglio.
Quando il padre si alzò, il bambino diede i soldi al padre e gli disse:
" guarda, li ho trovati! "
Il padre, lo ringraziò, prese i soldi e li mise nel suo portafoglio, non preoccupandosi minimamente della provenienza di quel denaro, che era in un modo o nell' altro, finito in mano ad un bambino di 10/11 anni.
Era difficile la vita di quel bambino.
Complicata, inverosimile..... senza dignità, senza un impronta, un etica.... una regala. Anzi una regola c'era...... Dare tutto quello che si "trovava"... a lui, il padre.
Questo bambino, crescendo..... odiava tutto. Lo sport, la scuola. Della musica non importava nulla. Il calcio... per lui, se non esisteva era meglio. Cupo, grigio, sempre nervoso e arrabbiato. Fumava, anche 25 sigarette al giorno. E non aveva ancora 14 anni.
Beveva, anche più di un bicchiere di vino al giorno.
Crescendo, la sua vita lo tormentava, era un continuo ed infinito caos. A 15 anni, il padre gli trovò un lavoro. Non aveva ancora la terza media, e già lavorava in un magazzino edile.
Lavorava e si dava parecchio da fare.
Ma c'erano gli esami da fare. Quel bambino, sostenne l'esame di terza media, e venne promosso. La professoressa di matematica, si commosse quando quel bambino, in seconda media rubò il libro di matematica ad un compagno, per non prendere la nota sul diario. Sapeva che il libro di matematica, a quel bambino... nessuno, l' avrebbe mai comperato.
Tra mille cose successe ed avvenute, quel bambino è cresciuto, adesso ha la sua famiglia, i suoi figli... e tanta dignità. E mi ha fatto sorridere, quando un giorno al telefono mi disse:
"senti scrittore, sto aiutando mio figlio a fare i compiti di italiano... volevo sapere, ma la E in questa frase, ci va con l' accento?... Ma sai che io proprio non me le ricordo queste cose".....
La frase, quella che doveva essere coniugata non me la ricordo qual' era.
La mia memoria, oramai fa difetto..... ma in fondo quella frase, non era così importante. Dopo la mia memoria, era la cosa meno importante di tutta questa storia.

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